Che Renzi-PD raccoglie tutti (quelli che lo vogliono) è risaputo, essendo il suo (come affermato in tante circostanze) un “partito aperto”; che Renzi-PD voglia riformare il “suo” partito sembra anche questo assodato e il percorso già spianato. Ufficialmente si parla, però, di rivedere la “forma organizzativa” del PD, e il lavoro in questa direzione ha avuto inizio lo scorso autunno per mano della commissione coordinata da Matteo Orfini, presidente del partito. In merito sono stati “ascoltati” tutti gli ex segretari Dem, da Walter Veltroni a Pierluigi Bersani. Da Guglielmo Epifani a Dario Franceschini. Nel contempo il PD lascia spalancate le porte a quanti vogliono cambiare casacca e salire sul carro di Colui che ritengono vincitore oggi e domani. Il “fenomeno” dei passaggi da una compagine all’altra (in questo caso, le principali confluenze sono, appunto, nel PD) si è trasformato in moda, e non suscita scalpore, né scandalo. Un fenomeno che, per quanto attiene appunto il PD, si nota maggiormente, in quanto fortemente accentuato, in Sicilia, a Catania in particolare. Nel capoluogo etneo giorni addietro è stata ufficializzata la confluenza del movimento politico “Articolo 4” nel PD. “Articolo 4” si formò nel 2013 su spinta di Lino Leanza, ex vice di Salvatore (Totò) Cuffaro poi di Raffaele Lombardo. Nel PD sono entrati, in ordine sparso, anche elementi ex UDC.
Voci da “salotto buono” annunciano ora un possibile trasloco in casa Dem del sottosegretario Giuseppe Castiglione (“pupillo” di Angelino Alfano) e del suocero, ex senatore e attuale sindaco di Bronte Pino Firrarello, entrambi nell’NCD. Il tutto starebbe maturando con la benedizione e la supervisione del sindaco (ex ministro) Enzo Bianco.
Non abbiamo chiesto agli interessati se le notizie di un loro passaggio al PD corrispondano al vero: sono questioni (ed eventuali scelte) loro strettamente personali; né ci interessa disquisire sull’attendibilità delle “voci da salotto”, che non abbiamo mai inseguito per una questione di principio: le registriamo, punto e basta. La nostra opinione? Possiamo esprimerla serenamente: non ci meraviglierebbe nulla, viste le condizioni in cui versa la “politica” oggi, ma francamente non crediamo a un “passaggio” nel PD dei due protagonisti siciliani. Sono troppo “navigati” per affrontare un mare che si presenta agitato a 360 gradi. Perché parlarne, allora? Perché non parlarne, visto che, in ogni modo, tutto è riconducibile alle “mosse” di Matteo Renzi, tendenti al consolidamento di un PD i cui obbiettivi sono indirizzati al raggiungimento di una posizione primaria nel Paese? Non c’è da stupirsi se Renzi intende raccogliere l’esistente in attesa che si vengano a creare le condizioni per conquistare un nuovo che, allo stato attuale, non c’è. In merito alla vociferata adesione al PD di Castiglione e Firrarello, se ciò dovesse accadere (ipotesi di terzo tipo) potrebbe accadere solo con un “placet” di Angelino Alfano, come dire che l’adesione “dovrebbe” essere concordata. E ad Alfano, proprio in questo momento, un’iniziativa del genere non gioverebbe: pregiudicherebbe di certo il suo rapporto con Matteo Renzi.
Le “voci”? Lasciamole al “salotto buono” della città e ai suoi frequentatori.